lunedì 14 novembre 2011

I conti in tasca ai moderati PD

E' opinione comune che se il governo Monti avra' successo ed arrivera' a fine legislatura, questo dara' forza ai moderati del PD.

Non sono del tutto convinto. Un Monti di successo vorrebbe dire il trionfo dell'UdC che ingloberebbe vasti pezzi di una destra allo sbando. Cio' determinerebbe uno scenario inospitale sia per i bipolaristi che per i liberali del PD (gruppi che hanno una forte sovrapposizione).

Un UdC forte significa la fine del bipolarismo. La scommessa strategica di Casini e' quella di porsi come il perno del sistema politico italiano, e stare (quasi) sempre al potere, in una dialettica ora con la destra, ora con la sinistra. Con predilezione per la prima.

Ancora piu' incomprensibile mi sembra l'entusiasmo dei liberali PD; gli avversari della linea Fassina, per intenderci. Uno scenario in cui UdC, che rappresenta l'elettorato moderato, fosse il perno del sistema politico, quale spazio rimarrebbe per un PD di centro? Aveva senso (?) fare i centristi quando a destra c'erano i matti, ma se a destra prevalgono i savi, per forza il PD dovra' posizionarsi un po' piu' a sinistra. O per lo meno dovra' concentrarsi a rappresentare quelle classi sociali* non sempre garantite da politiche moderate.

Dove sbaglio?

*classi sociali: occorre una precisazione, parlo di classi sociali in un senso moderno del termine, ovvero i nuovi settori deboli, anche trasversali, della societa'.  

Nessun commento: