domenica 21 aprile 2013

Isterismi asimmetrici

Al segnale ipnotico di Grillo, ("votate Rodotà, poi chissà ...") si scatena il popolo della sinistra. La mitica base, con fare isterico, inizia a chiedere al partito di votarlo assolutamente, senza condizioni.

Poco importa che Grillo non abbia reso esplicita alcuna volontà di collaborare per un governo. La folla, non sente ragioni. A lungo prigioniera dei "no" del Comico, scatta in una pulsione che ricorda la sindrome di Stoccolma. C'è infatti totale benevolenza verso il proprio aguzzino. Rodotà va votato! Senza neanche discutere. Tanto meno trattare. Tutti si appiattiscono sull'idea grillesca che la politica si riduca ad imperativi categorici.

Ma la politica è trattativa, composizione di punti di vista diversi, pensati in autonomia. E così, quando dal PD si leva la proposta compromissoria, perfettamente accettabile, di Prodi presidente, la stessa folla che fu veemente, improvvisamente si cheta. Neanche un gentile appello nei confronti dei grillini a votare Prodi. Silenzio. L'isterismo, ora che andrebbe rivolto all'esterno, scompare.

Grillo rifiuta di convergere? Pace.
Rodotà non si ritira a favore di Prodi? Ignavia
Rodotà si fa strumento nelle mani del cinquestelle per scardinare il PD? Tutto tranquillo.

Isterismi asimmetrici

lunedì 1 aprile 2013

Napolitano cerca di impiccare il PD

Dopo un anno di governo Monti, Napolitano ha di nuovo impiccato il PD al ruolo "di responsabilità" e questa volta senza il consenso del PD.
Per rispondere ad uno stallo eccezionale ha deciso di operare una seria la forzatura costituzionale creando un consiglio di saggi al di fuori delle procedure istituzionali.
Ma, se uno strappo era ammesso, allora tanto valeva farlo per mandare Bersani al Parlamento a giocarsi la carta di un governo di rinnovamento (Saviano, Don Ciotti, gente cosi' ...) in grado di mettere in crisi gli eletti dei cinquestelle.
La mia ricetta adesso: ignorare la commissione dei saggi, eleggere Bersani a presidente della Repubblica, fargli nominare un "supercivile" Presidente del Consiglio, tollerabile da Grillo, e governare con il Parlamento per deberlusconizzare l'Italia.
Se Grillo non ci sta, la sua inutilita' politica diventa chiarissima. Alle elezioni si perderà pure (vince Berlusconi, rassegnamoci, grazie a tutti), ma almeno il partito non tracolla e ha il Presidente della Repubblica per sette anni.